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Cordova

Un tuffo nella storia

Basta girare per il centro per imbattersi in più città una dentro l’altra, nascoste tra le pieghe del tessuto urbano costruito dai Re Cattolici. C’è la città romana, quella araba e quella ebraica, la più difficile da scovare, perché molti edifici furono distrutti o totalmente modificati dopo la cacciata degli ebrei nel 1492.

Visitare Cordova è tuffarsi nella sua storia ed incontrare un passato dal quale riaffiorano civiltà lontane e culture diverse, profondamente ed indissolubilmente intrecciate tra loro.

Più evidente risulta il carattere distintivo dell’architettura araba, come testimoniano il sito di Medina Azahara a 8 km dalla città e l’Alcazar de Los Reyes, la fortezza dei re cristiani, costruita sui resti di un palazzo arabo abitato dal Califfo. A sua volta, l’edificio sorgeva su una preesistente residenza romana. L’influenza di Roma è evidente, anche solo guardando le mura romane che circondano il centro storico o il ponte sul Guadalquivir del I secolo a.c.

Grazie alla sua unicità, Cordova è stata inserita nel Patrimonio mondiale Unesco, un percorso iniziato nel 1984 con il riconoscimento concesso alla Mezquita, la Moschea divenuta Cattedrale nel XII secolo, ed esteso nel 1994 all’intero centro storico. Nel 2018 si è aggiunta anche la Medina Azahara . Inoltre dal 2012 La Fiesta de los Patios, che risale al 1921, vanta il titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Tale riconoscimento, unito a quello attribuito a livello nazionale al flamenco e alla dieta mediterranea, individua Cordova come importante centro di interesse sotto vari aspetti di ordine, storico, culturale ed enogastronomico.

Le origini

Città prima fenicia e poi greca, presenta testimonianze di insediamenti preistorici dalla tarda età del bronzo a partire dal IX secolo a.c. Già in precedenza, tuttavia, la vicinanza al fiume Guadalquivir e la disponibilità di terreni fertili avevano favorito gli stanziamenti temporanei di gruppi di persone sul territorio.
Il fiume è rimasto navigabile almeno fino agli inizi del 1400 e ciò ha permesso a Cordova di assumere un ruolo strategico nella regione andalusa. Una posizione di forza che la città ha conservato fino al tardo medioevo, per poi perderla progressivamente a favore di Siviglia. Quest’ultima si è poi affermata anche per ragioni di natura politico economica, soprattutto a seguito della nascita e della rapida crescita traffici da e verso l’America.
In precedenza però Cordova, grazie alla sua posizione strategica rispetto ad altre importanti città, fu al centro di commerci sotto fenici, greci e soprattutto romani che costruirono un porto di cui si sono trovati resti nei pressi dell’Alcazar.

La dominazione romana

In epoca romana la città assume importanza, come testimoniano i resti (le mura, il Tempio, due fori, un grande anfiteatro e il celebre ponte a 16 arcate, che collegava Corduba alla via Augusta che portava a Roma) ed è al centro delle vicende della storia della repubblica e dell’impero fino al 409 d.C ,quando passò sotto il dominio dei Visigoti.
Il peso politico di questa città, divenuta nel 27 a.c capitale della provincia romana della Betica, fu notevole, e altrettanto si può dire del suo ruolo culturale, basta ricordare due illustri cittadini: il filosofo Seneca ( 4 a.C-65 d.C) e il poeta Lucano ( 39-65d.c), nipote dello stesso Seneca.

Il periodo arabo

A partire dalla conquista araba ( 711 d.c) la vita della città muta radicalmente e Cordova acquisisce un’importanza fondamentale: nel 756 diventa capitale di un emirato indipendente di Al-Andalus, la Spagna islamica; nel 929, diventa capitale del califfato indipendente che governava su buona parte della penisola iberica e si estendeva anche in alcuni territori del Maghreb. Tra il X e l’XII secolo Cordova diventa una città da 1 milione di abitanti (oggi sono circa 326mila) e conosce il massimo splendore, non solo da un punto di vista economico e politico, ma anche sotto l’aspetto culturale. Dall’arte, alla filosofia alla scienza, non c’è campo del sapere che non abbia a che fare con questa città. Ne sono esempi la biblioteca con i suoi circa 400mila volumi, la grande moschea e il sito archeologico di Medina Azahara, alla periferia della città, testimonianza eccezionale dell’architettura araba in Andalusia.
E non da ultimo, la presenza di intellettuali al centro del dibattito culturale del loro tempo come Averroé, filosofo e scienziato vissuto nel XII secolo, autore di un’enciclopedia medica e di famosissimi commenti alle opere di Aristotele. E di Maimonide, rabbino e filosofo tra i più influenti del medioevo. Figura di spicco dell’ebraismo tra XI e XII secolo, fu autore di opere di carattere giuridico, medico e religioso che hanno influenzato anche le epoche successive.

I re cattolici e la Reconquista

Nel 1236 il re Ferdinando III il Santo conquista Cordova e pone fine al regno musulmano, lungamente indebolito da divisioni interne. Inizia la dominazione dei re cattolici che, nel giro di due secoli, prenderanno gradualmente possesso di tutta l’Andalusia e procederanno poi all’unificazione della Spagna nel 1492. Nel 1486 Cordova è anche teatro dell’incontro tra i reali Isabella di Castiglia e Ferdinando D’Aragona con Cristoforo Colombo che chiede loro di finanziare la sua spedizione verso l’India. Da qui prende le mosse un periodo d’oro per la Spagna e la contestuale perdita di importanza di Cordova a favore di Siviglia. Gli eventi chiave del 1492: la “Reconquista” e l’unificazione spagnola, il viaggio di Colombo e soprattutto la cacciata degli ebrei da Cordova, danno il colpo di grazia alla città andalusa.

Alla ricerca di un nuovo ruolo da protagonista

Nei secoli successivi tutti i tentativi di recuperare il prestigio perduto si riveleranno vani, fino alla seconda metà del XX secolo con la creazione della moderna università (1972), erede di tentativi più antichi avviati nei secoli precedenti, in particolare nell’Ottocento. Il cerchio si chiude. E con l’inserimento della città nella lista del Patrimonio Unesco, grazie ad un processo iniziato negli anni ’80 del secolo scorso e proseguito con successo negli anni Duemila.

Da vedere

Mezquita-Catedral de Córdoba
Ponte Romano
Torre de la Calahorra
Alcázar de los Reyes Cristianos
Quartiere Juderia
Sinagoga di Cordova
Plaza de la Corredera
los Patios. I caratteristici giardini fioriti nascosti tra le case,
dichiarati Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.
Plaza de las Tendillas
Medina Azahara

Da gustare

Salmorejo Cordobés:  Il salmorejo è una zuppa fredda di pomodoro ai cui si aggiungono  pane, aglio e olio. Il composto poi viene frullato finché non raggiunge una consistenza cremosa e vellutata. Al piacere si possono aggiungere anche il Jamón (il famoso prosciutto crudo iberico) e l’uovo sodo. .

Flamenquín Cordobés: è uno dei piatti più famosi della cucina di Cordova e piace soprattutto  ai bambini. Si tratta di un involtino fritto di filetto di maiale con prosciutto crudo e formaggio impanato con uova e pangrattato e servito con patate fritte .

Rabo de toro a la Cordobesa. Coda di toro stufata, cotta nel vino rosso.

Naranjas picás. Insalata con arancia, (naranja), cipolla e baccalà in pezzi, con l’aggiunta eventualmente di uovo sodo, olive nere e peperoni

Revuelto Cordobés, piatto tipico di fine inverno, quando abbonda l’ingrediente principale, gli asparagi che vengono saltati in padella con uova e prosciutto.

Churrasco Cordobés con salsas árabes. Filetto di maiale alla brace servito, secondo al tradizione araba, con una salsa rossa alla paprika e una salsa verde ottenuta con aglio, olio e prezzemolo

Berenjenas con miel.Ricetta araba a base di melanzane fritte e miele

Alcachofas a la montillana: carciofi con aglio, cipolla, zafferano e prosciutto a pezzi, cucinati nel vino di Montilla-Moriles, un bianco DOP andaluso, che si abbina bene ai piatti della cucina locale.

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