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Tremiti

Dopo un’estate dove abbiamo visto più ombrelli che ombrelloni, passata con un occhio puntato sui siti di meteo e l’altro a scrutare il cielo, una vacanza alle Tremiti tra settembre e ottobre, potrebbe fare il caso vostro..

Il condizionale è d’obbligo, visti i capricci del tempo, ma ci sono almeno due ragioni per giocarsi questa destinazione per un viaggio last minute.

1) Agosto non è certo il periodo migliore per visitare questo splendido arcipelago a 12 miglia dalla costa del Gargano: in primo luogo perché i prezzi sono alle stelle e poi perché c’è decisamente troppo affollamento, soprattutto in mare, per via del via vai di gommoni ed imbarcazione di dimensioni varie, poco compatibili con lo status di riserva naturale attribuito alle isole nel 1989.

2) Solitamente si possono fare bagni e godere del mare almeno fino a metà ottobre.

Le Tremiti, che geograficamente appartengono alla Puglia, sono raggiungibili da tre regioni: da Termoli (Cb) in Molise, da Vasto (Ch) sulla costa abruzzese e, partendo dal litorale pugliese, da vari centri del Gargano. Il punto più vicino è situato a Torre Mileto (Fg) a 11 miglia marine dalle isole, ma i collegamenti più rapidi e attivi tutto l’anno, anche se non sempre i più economici, sono da Termoli.

La cittadina del Basso Molise ha stretti legami con le Tremiti sia perché nei mesi invernali un numero consistente di abitanti dell’arcipelago risiede a Termoli e dintorni, sia perché ci sono forti vincoli storici e linguistici. Il dialetto tremitano presenta notevoli affinità con il termolese, anche se durante la comune dominazione borbonica, il re Ferdinando II favorì nell’Ottocento l’immigrazione di pescatori provenienti da Ischia e di famiglie napoletane, che diffusero la loro lingua in questi territori.

Se vi è possibile, passate almeno una notte a Termoli, prima o dopo aver visitato le Tremiti. Fatevi un giro dell’antico borgo marinaro arroccato su uno scoglio che sovrasta il porto, passeggiate tra i vicoli (c’è ne è uno strettissimo, forse il più stretto d’Europa, largo mediamente circa 50 cm, ma in alcuni punti il passaggio si restringe fino a raggiungere i 34 cm).

Entrate nel duecentesco duomo e, se aperto, visitate anche il Castello Svevo , una torre risalente secondo la leggenda all’epoca di Federico II che nel 1240 ordinò di fortificare la zona, ma che in realtà è precedente e risale all’epoca dei normanni.

Tra le specialità gatsronomiche da degustare, soprattutto a base di pesce, il piatto più noto è sicuramente il brodetto alla termolese.

Nel borgo è anche possibile dormire esistono varie sistemazioni, tra le quali segnaliamo due alberghi diffusi (Locanda Alfieri e Residenza Sveva) e la foresteria della Cittadella della Carità, gestita dalla Caritas, che propone un esempio di turismo solidale rivolto soprattutto alle famiglie (€20 a persona prima colazione inclusa), utilizzati per finanziare progetti di sostegno e inclusione per persone in difficoltà. Per informazioni:  clicca qui

L’arcipelago delle Tremiti si trova nel Parco Nazionale del Gargano; San Nicola e San Domino sono le due isole principali, collocate una di fronte all’altra a meno di 500 metri di distanza in linea d’aria.

La terza isola, Capraia è disabritata e priva di vegetazione. Tra le particolarità, la presenza di un arco di roccia, denominato Architiello, utilizzato anni fa come immagine romantica nelle pubblicità di una nota marca di cioccolatini.

Nei pressi dell’isola a dieci metri di profondità si trova una statua di Padre Pio alta circa 3 metri.

Intorno a queste isole principali sorgono vari isolotti e scogli, il più grande dei quali è l’isola del Cretaccio tra San Nicola e San Domino.

Più distante ad est dell’arcipelago, a metà strada tra la costa italiana e l’isola croata di Pelagosa, c’è Pianosa ,con le sue scogliere a strapiombo ed i suoi fondali ricchi di pesci.

L’isola rientra nell’area del Parco Naturale del Gargano soggetta alle maggiori restrizioni. Si può visitarla solo su autorizzazione dell’Ente Parco e sono vietati l’approdo, la pesca e le immersioni, se non accopagnati da una guida subacquea. Pianosa è lunga 700 metri e larga 250 e raggiunge l’altezza massima di 15 metri sul livello del mare, che la espone al rischio di essere completamente sommersa dall’acqua durante le mareggiate. Anche per questo motivo l’isola è disabitata e ospita poche specie animali.

Una gita in barca

Il mezzo migliore per scoprire le numerose spiagge, calette, grotte delle Tremiti è prendere una barca.E’ possibile affittare un gommone (ma attenzione ai prezzi: in alta stagione si arriva a €140 per mezzi da 25 cavalli , negli altri periodi si scende intorno ai €100 a settembre e a circa €80 in ottobre ). In settembre e ottobre ocorre prenotare in anticipo le imbarcazioni perché ne vengono lasciate poche ormeggiate in mare a disposizione dei turisti,mentre le altre vengono collocate in rimessaggio in vista dell’inverno e per prevenire i danni derivanti dalle mareggiate.

Un’altra soluzione è il giro delle isole in battello o in grande motoscafo adibito al trasporto di grandi numeri di persone (fino a 100) che con una cifra intorno ai 7 euro organizzano tour dell’isola di San Domino della durata di circa 50 minuti, che comprende le grotte più suggestive: la grotta delle Viole, la Grotta del Bue Marino (dove fino alla fine degli anni ’50 vi trovavano riparo qualche esemplare di foca monaca) e la grotta delle Rondinelle, così chiamata perché dove nidificano le rondini.

Il giro dell’arcipelago, della durata di 2 ore circa costa indicativamente intorno ai 15 euro per gli adulti e €7.,50 per i bambini da 5 a12 anni

San Nicola

Riservatevi un po’ di tempo per visitare san Nicola e la sua abbazia benedettina, assegnata poi ai cistercensi da papa passata poi .

In seguito il monastero restò ai Cistercensi dal 1237 al 1313. A seguito dei saccheggi dei pirati dalmati e dell’uccisione dei religiosi , i monaci abbandonarono le Tremiti. Al loro posto, dopo un secolo, si stabilirono a San Nicola alcuni membri della congregazione dei canonici Lateranensi, L’abbazia fu chiusa dal re di Napoli alla fine del ‘700. Durante il periodo napoleonico San Nicola, dove si erano rifugiati i soldati fedeli al re di Napoli Gioacchino Murat, fu presa d’assedio dalla flotta inglese, che non riuscì a conquistarla. Sulla facciata dell’abazia sono presenti ancora i segni lasciati dalle cannonate della Marina britannica

E’ solo un esempio delle battaglie che sono avvenute alle isole Tremiti,

La necessità di resistere agli attacchi dei pirati o di militari spiega la natura di abbazia fortificata che caratterizza San Nicola. Sull’isola sono presenti torri, fortificazioni e strutture carcerarie. Nel 1911 furono confinati alle Tremiti circa milletrecento libici che si opponevano all’occupazione coloniale italiana. Un numero consistente di questi detenuti morì di tifo. L’arcipelago svolse la funzione di prigione e di luogo di confino anche durante il fascismo, negli anni ’30 anche Sandro Pertini, futuro presidente della repubblica, fu mandato in soggiorno obbligato alle Tremiti.

 

Secondo la leggenda. l’isola di San Nicola sarebbe il luogo in cui fu sepolto l’eroe greco Diomede (sull’isola c’è una tomba greca attribuita al personaggio omerico). Afrodite trasformò i compagni di Diomede nelle diomedee, grandi uccelli marini che emettono un suono caratteristico, simile ad un pianto, che secondo la leggenda sarebbero espressione del dolore degli amici dell’eroe.

Da non perdere infine a San Nicola Cala Marinella con la sua scogliera bianca che scende verso il mare, raggiungibile solo con una barca.


E se vi viene fame, concedetevi almeno un assaggio della cucina tremitese. In alta stagione

molti turisti preferiscono portarsi i panini da casa per evitare salassi, ma negli altri periodi dell’anno il rapporto qualità prezzo cresce notevolmente. Si mangia benissimo con €25, gustando piatti che uniscono il meglio della tradizione adriatica con la cucina napoletana, importata dai pescatori ischitani ai tempi dei Borboni. Fritture, brodetti e grigliate di pesce si sposano perfettamannte con ricette a base di pasta, come i paccheri allo scorfano.

 

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